Il Laos è uno dei pochi paesi del sud est asiatico a non aver subito l’ occidentalizzazione e questo è già un validissimo motivo per visitarlo. Questo fenomeno è stato ancora più evidente provenendo dalla Cambogia, un paese dove il capitalismo regna oramai sovrano. Le 12 ore di bus da Siem Reap sono state abbastanza estenuanti. Ho deciso di non prendere uno degli sgangherati e poco affidabili aerei della Lao airlines in quanto oltre al prezzo davvero esorbitante avrei dovuto fare scalo a Vientiane perdendomi l’ occasione di gustarmi la campagna cambogiana. Dopo chilometri di foreste e risaie si giunge a Pakse, la città più importante della zona meridionale. Pakse conta 100 mila abitanti e colpisce subito per la tranquillità e lo stile coloniale francese, che è perfettamente conservato negli edifici principali. Per il resto la città non offre molto da vedere, ma è un’ ottima base per ammirare rare bellezze naturali. E’ d’ obbligo il noleggio di un motorino per gli spostamenti e lo consiglio anche ai più timorosi poichè le strade in zona sono ben asfaltate ed il traffico è quasi nullo. I laothiani tendono infatti a rispettare le regole stradali e raramente ho visto macchine viaggiare a ritmi sostenuti. Con 10000 Kip al giorno, 10 euro circa, vi assicurerete un bel mezzo.

Strutture ricettive ce ne sono ben poche e di livello abbastanza basico. Personalmente ho alloggiato al Lankham hotel, edificio tipico ma forse un po’ troppo spartano.

Per gli amanti della vita notturna l’offerta è limitata. Alla sera ho scovato giusto un paio di pub lungo il fiume che servivano birra a buon mercato, ma nulla più. L’ attrazione principale è senza dubbio il Big Buddha, costruito nel 2010. Dalla sommità della costruzione si possono ammirare i panorami della città e dei suoi fiumi. Il Wat Luang è il tempio più grande e il più visitato ed è anche presente una scuola di monaci.. e non è raro vederne nelle vicinanze! Per gli amanti dei mercati segnalo il Daoheuang market, in fondo alla strada principale. E’ un ambiente coperto, sotto il quale sono ammassate un enorme numero di bancarelle di materiali e cibi delle più disparate categorie e all’ ingresso ci sono negozi che vendono metallo di bassa caratura. E’ un bel colpo d’ occhio sulla quotidianità locale.
Bolaven Plateu
L’ altopiano del Bolaven, situato ad est di Paksè, è facilmente raggiungibile in motorino su strade ben asfaltate e poco trafficate e sorge in una zona particolarmente fertile, ad una altitudine compresa tra i 1000 e i 1300 m.s.l.m. La zona ha un clima con precipitazioni abbondanti e temperature miti, numerose sono le piantagioni di caffè che danno lavoro alla popolazione locale. La zona è ben segnalata ed è quindi impossibile perdersi con un mezzo proprio. Oltre ad attraversare villaggi tipici, pieni di bambini sorridenti, sarà facile per il visitatore avventurarsi per scoprire la vera attrazione del Bolaven, le sue cascate, alcune delle quali rappresentano dei veri e propri santuari naturali immersi nella rigogliosa vegetazione tropicale. Si trovano tutte nei pressi della cittadina di Paksong ed hanno il vantaggio di essere tutte molto vicine tra loro, si possono quindi vedere comodamente in giornata da Pakse.
- Tad Fane: La più panoramica e scenica delle cascate, due corsi d acqua paralleli che sbucano da una foresta e si gettano nel vuoto con un salto di 120 metri. C’ è una bellissima terrazza da cui si osserva questo spettacolo della natura. Per gli amanti dell’ adrenalina c’ è anche una zip line che attraversa la gola.
- Tad champee: Forse una delle meno turistiche, immersa in una foresta rigogliosa, tre cascate che fanno un salto di una quindicina di metri in un laghetto dove poter fare il bagno, è un gioiello nascosto.
- Tad yuang: Alta 42 metri ha diversi punti di osservazione. I visitatori seguendo un percorso lungo il lato possono arrivare in cima e riposarsi in uno dei tanti punti per il pic nic, molto popolare tra i residenti




Vat Phou
Un altro luogo che dovete assolutamente visitare è il tempio Vat Phou, patrimonio dell’ Unesco, costruito dal popolo Khmer e situato ad una quarantina di chilometri da Pakse. Come stile ricorda vagamente i templi dell’ Angkor Wat, ed è costruito ai piedi del monte Pasak, una montagna considerata sacra. Per visitarlo sono sufficienti un paio d’ ore. Entrando nel sito archeologico si costeggiano due bacini pieni d’ acqua e fior di loto, nei quali si riflettono i templi. Il Vat Phou rispecchia alla perfezione l’ anima del Laos, con un’ atmosfera pacata e rilassante che invita alla meditazione. La visita, dopo aver passato i due grandi insiemi simmetrici, prosegue su per la montagna e termina in un santuario dove si trovano la sorgente sacra e un Buddha. Dietro la sorgente ecco apparire la statua dell’ elefante, ma il vero pezzo forte sarà dietro di voi, un fantastico panorama su tutta la valle, che si ammira, boccheggiando per il caldo afoso (tipico della zona) e la salita, ma che regala una grande soddisfazione finale. Al ritorno appena usciti dai cancelli del sito archeologico troverete delle bancarelle che offrono leccornie locali, dolci o salate, sono da provare assolutamente dopo la scarpinata.


Bravo, bell’articolo e bel viaggio. Il Laos e’ un paese ancora poco conosciuto e lascia molti a bocca aperta.
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Bell’articolo e bel viaggio, il Laos lascia sempre un po’ tutti sbalorditi per essere fuori dal turismo di massa…
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