La frontiera di Poipet è un regno di contrasti, uomini e donne cambogiani con giganteschi sacchi contenenti frutta, verdura, vestiti, e qualsiasi prodotto utile da rivendere nella più ricca e sviluppata Thailandia. Pregano e si ammassano agli sportelli della dogana, alcuni riusciranno a passare, altri no. Dall’ altra parte invece giovani ragazzi,europei, americani e australiani. Sono backpacker zaino in spalla che non vedono l’ora di conoscere un paese nuovo, hanno un passaporto forte e conti in banca, carte di credito, contanti, loro passeranno senza problemi, facendo lo slalom tra i sacchi di iuta e i cambogiani sdraiati per terra, alcuni sono là da giorni. Questa dogana è un inferno per molti, e un paradiso per pochi, e noi viaggiatori, per fortuna, rientriamo tra i pochi fortunati.

Da Siam Reap a Bangkok
Uno dei tratti più belli e avventurosi del “Banana Pancake Trail”, il circuito che si snoda attraverso il sud est asiatico, chiamato così dai primi Hippies che negli anni 70′ iniziarono a girovagare per questo continente. Di solito la tratta più comune è da Kao sa road, il quartiere Backpacker di Bangkok, a Siam Reap, città cambogiana sede del magnifico Angkor Wat, ma io, con un pò di involontario anticonformismo, l’ ho effettuata all’ incontrario, attraversando la dogana dal lato cambogiano di Poipet alla parte Thai di Aranyaprathet. L’esperienza è da fare assolutamente in bus, c’è anche un volo aereo che connette le due città ma così vi perderete l’esperienza di attraversare risaie e villaggi tipici. Per trovare un biglietto basterà camminare per la Downtown di Siam Reap, meglio nota come Pub street, la zona è piena zeppa di agenzie più o meno affidabili che proporranno la tratta a diversi prezzi, il giusto compromesso è sui 30 dollari, diffidate da chi vi propone il viaggio a meno di 20 dollari, le truffe non sono rare in Cambogia

Consigli utili
- Per i più pigroni, o se avete poco tempo, esiste un volo diretto che connette le due città. Una compagnia aerea che effettua la tratta è la mitica Air Asia, la regina incontrastata del low cost asiatico, che con 50-70 euro vi porterà in poco più di 1 ora a destinazione. Non ci sono treni diretti.
- Come detto in precedenza ci sono diversi tipi di bus, che variano di molto in base al prezzo. Il top dei bus è la Ibis, che con una cinquntina di dollari effettua direttamente la tratta senza dover cambiare mezzo al confine, tutti gli altri bus che partono da Siam Reap vi lasceranno a Poipet, da lì una volta attraversata a piedi la dogana bisognerà prendere un altro bus che vi porterà a Bangkok
- La frontiera di Poipet ha una brutta fama, ma se non siete dei completi polli è difficile venire truffati, dite di no assolutamente a chi vi propone di scambiare Riel cambogiani con Bath Thailandesi. Diffidate anche dai poliziotti di frontiera che chiedono delle tasse strane, dalla Cambogia alla Thailandia non si deve pagare nessun visto o tassa ( cosa che avviene se si attraversa la dogana nel senso opposto)
- Prendetevi tutto il giorno per completare il viaggio. Da Siam Reap a Poipet sono circa due ore, per passare la dogana ci vogliono da 1 a 4 ore, e poi 4-6 ore da Aranyaprathet a Bangkok . La dogana è aperta dalle 8 alle 20, e prima arrivate, meno gente troverete.
- Una volta usciti dalla Cambogia ci saranno una serie di Casinò dove potersi rilassare, mi sono fermato al Diamond’s Casino’s Chillax, ottima sosta per rinfrescarsi e usare il bagno
- Se avete bagagli grossi ed ingombranti ci sono alcuni “porter” che per qualche dollaro trasporteranno il vostro bagaglio oltreconfine, lavorano per il governo cambogiano e non vi fregheranno
- Tutti i bus provenienti dalla Cambogia effettuano diverse fermate a Bangkok, ma tutti si fermano sicuramente alla mitica Kao San road
- Altri mezzi di trasporto sono il taxi, che può costare sui 200-300 dollari, e varia in base alla stagione ed alla vostra capacità di contrattare, e lo sleeping bus, che effettua la tratta in orari notturni.
- Una volta entrati in terra thailandese, consiglio uno street food davvero buono e particolare, dove cucinano tutte le parti del pollo, dal sedere al collo. Il risultato è molto delizioso, il nome è scritto tutto in lingua Thai, ma si può riconoscere sicuramente dal menù esposto.
